A partire dal 2024 Archeologia Diffusa si avventura nei fondali marini !!! In collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l’Università di Genova, è stato ripreso lo studio del carico del relitto tardo-repubblicano Camaggi-Tomasello.
Datato ai primi decenni del I secolo a.C., il relitto Camaggi-Tomasello – così chiamato in onore dei suoi scopritori – fu individuato nel 2009 al largo della costa tra Aci Castello e Capo Mulini, a Catania, a una profondità di 70 metri. Nel 2016, la Soprintendenza del Mare ha avviato il primo studio sistematico del sito, che ha presto rivelato la sua eccezionale importanza storico-archeologica. Il sito appare come un grande tumulo di anfore che in origine trasportavano vino e, in misura minore, olio. Il carico principale della nave consiste in anfore greco-italiche di forma transizionale; sono presenti anche alcuni esemplari di Dressel 1C, Lamboglia 2 e anfore ovoidi. Grazie alle analisi minero-petrografiche condotte da Claudio Capelli (Università di Genova) è stato possibile identificare l’areale di provenienza delle argille di quattro dei sette tipi di anfore individuati
nel relitto. Inaspettatamente, le analisi hanno dimostrato che la maggior parte delle anfore dell’imbarcazione proviene probabilmente dalla Sicilia, contrariamente alla precedente ipotesi che indicava un’origine in parte tirrenica e brindisina.
Questi nuovi dati hanno permesso di riformulare la rotta percorsa dall’imbarcazione prima del naufragio. Probabilmente partita dal porto di Brundisium, l’oneraria avrebbe fatto scalo in Sicilia, forse a Catania, dove avvenne una parziale rottura del suo carico. Dopo aver ripreso il mare in direzione dello Stretto di Messina, nel tentativo di raggiungere uno dei maggiori porti di redistribuzione del Tirreno centro-settentrionale, la nave affondò, trovando così la sua fine.
Prossimamente, il relitto sarà oggetto di ulteriori indagini e nuovi recuperi, con l’obiettivo di rivelare dettagli aggiuntivi sull’origine geografica del carico. Questi approfondimenti contribuiranno a comprendere e delineare con maggior precisione il complesso network marittimo degli scambi commerciali del Mediterraneo occidentale del I secolo a.C.
foto del relitto di M. Ardizzoni, elaborazione di S. Emma.