Il sito di San Marco situato sull’Isola d’Elba prospicente la rada di Portoferraio (LI) è stato oggetto di numerose campagne di scavo a partire dal 2012, da parte dell’Università degli Studi di Siena in collaborazione con Archeologia Diffusa. L’edificio aveva due piani distinti. Al piano terra si svolgevano diverse attività produttive tra cui certamente la fermentazione delle uve per ottenere vino, testimoniata dalla scoperta di una cantina con sei grandi dolia. La villa aveva anche una stanza per la conservazione del sidro nelle anfore. Al piano superiore vi era la parte residenziale riccamente decorata con stucchi ed intonaci di I stile. La villa ebbe una vita breve, tra fine II e I secolo d.C., quando probabilmente fu distrutta da incendio. Le strutture della villa, costruite principalmente in argilla non cotta, si trovano in ottimo stato di conservazione. Gli scavi del 2019 si sono concentrati sulle attività produttive della villa situate nella parte Ovest, rivelando la presenza di focolari e forge per la fusione di metalli e forse la produzione di ceramica. La costruzione dell’edificio a S. Giovanni rappresenta anche la fine della fase metallurgica nella baia di Portoferraio, ancora da identificare al di sotto dei livelli repubblicani. La villa appartenne alle proprietà della famiglia dei Valerii.
La villa di San Marco vista da drone