Il sito archeologico di Sant’Andrea rappresenta un’importante novità nel panorama dei siti d’altura nel compartimento montuoso ed ancora poco investigato della parte interna dei Monti Aurunci. Posto a ridosso del passo di S. Nicola, un importante punto di transito per la viabilità tra la Valle del Liri e la costa del Lazio meridionale, l’insediamento di Sant’Andrea potrebbe presto rivelarsi un sito chiave per comprendere le trasformazioni dei paesaggi montani della regione in un’ottica profondamente diacronica e legata alla viabilità.
Incluso fin da subito tra i siti pilota del Monti Aurunci Project (MAP), le indagini sono state avviate nel 2022 dal Parco Naturale dei Monti Aurunci grazie all’interessamento e alla collaborazione di diversi ricercatori del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi del DSSBC dell’Università di Siena coordinati dal Prof. Franco Cambi. Al progetto hanno aderito anche associazioni ed enti locali, come il Comune di Campodimele e la stessa AD.
Lo scavo stratigrafico ha per ora interessato due settori interni all’area murata posizionata sulla cima dell’altura di Sant’Andrea. La prima area è stata identificata come parte di un’area aperta a ridosso delle mura, probabilmente destinata al transito o alla stabulazione di animali, ma che ha restituito tracce di un esteso cantiere edile di età Medievale, con abbondanti scarichi di materiale ceramico altomedievale. L’altra area, in cima alla collina, ha restituito nel corso del 2023 i resti di una piccola chiesa, la cui datazione è ancora in fase di definizione, ma che è probabilmente da ricollegare al cantiere medievale le cui tracce sono state individuate nell’area più a valle
Archeologia Diffusa ha fin da subito supportato le attività. La direzione delle indagini sul campo è affidata al Dott. Edoardo Vanni, assegnista di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena e presidente di AD. Diversi soci hanno voluto esprimere il proprio sostegno al progetto partecipando in prima persona alle attività sul campo e mettendo a disposizione la propria professionalità di archeologi in qualità di volontari, affiancando gli studenti dell’Università di Siena e di altre università italiane e estere.
(Ph: A. Cammisola)
Le fasi attualmente investigate sembrano attestare un abbandono precoce del sito, probabilmente antecedente al XII secolo, ed una frequentazione saltuaria, probabilmente limitata a scopi militari, fino al XVII secolo. Altri indizi testimoniano la presenza di fasi più antiche, con materiali romani, tardoantichi e altomedievali che permettono di ipotizzare una lunga continuità di vita del sito.
Tra queste proprio le fasi altomedievali potrebbero fornire informazioni molto importanti riguardo fenomeni storici di ampio respiro, come l’incastellamento del Lazio meridionale e le vicende legate all’infeudamento normanno successivo alla caduta del Ducato di Gaeta.
Scavo in concessione al Parco Naturale dei Monti Aurunci con decreto MiC n. 811 del 20/06/2022. Direttore: Dott. Edoardo Vanni. Responsabili sul campo: Alessandra Cammisola, Simone Zocco, Federico Saccoccio.